La cava Bergamina approda in consiglio comunale. Infatti nella seduta di dopodomani, mercoledì 15, si parlerà della cava per via dell’interpellanza della consigliera comunale Monica Gibillini (Bareggio 2013). La cava, com’è noto, sarebbe interessata dalla realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi. Si tratta di un impianto a due cicli: prevede due cicli produttivi: recupero di rifiuti da costruzione e demolizione costituiti da inerti, mediante triturazione e vagliatura; selezione, cernita ed eliminazione di frazioni estranee e il raggruppamento per frazioni omogenee di rifiuti speciali non pericolosi recuperabili di diverse tipologie (legnosa, plastica, cartacea, metallica, vetrosa). Tuttavia il Tar il 17 giugno ha respinto il ricorso della società proponente contro Città metropolitana che aveva disposto la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto. L’obiettivo dell’interrogazione è conoscere fra l’altro il destino della commissione cava che il sindaco proprio un anno fa aveva annunciato in consiglio comunale la volontà di rimettere mano al regolamento dell’organismo.
L’occasione anche per fare chiarezza sulle attività di ripristino ambientale sull’area a cui il cavatore era stato condannato dal Tribunale di Milano nel 2014; se l’avvio dell’attività estrattiva di febbraio 2019 è stato preceduto da un rilievo sullo stato di fatto esistente e se e quale termine ha dato il Comune alla ditta per ricevere il rilievo da cui risulta la delimitazione dell’area di cava; in che modo si è organizzato il Comune per il controllo sull’attività di escavazione; quali interventi infrastrutturali/ambientali ha in programma la giunta comunale per l’anno in corso sulle aree direttamente o indirettamente interessate dall’area di escavazione, tenuto conto che per legge i proventi derivanti dall’attività estrattiva devono essere destinati a questi interventi.