L’amministrazione Cipriani vende (venderebbe) i “gioielli di famiglia”, alias la titolarità della farmacia comunale. Sì, la pubblicazione dell’avviso per incaricare un professionista a eseguirne la stima è la conferma che in municipio vogliono (vorrebbero) alienare il bene, anche se il primo cittadino ha precisato che si prenderanno le definitive decisioni le somme solo dopo la perizia (11.000 euro gettati alle ortiche?). L’operazione, al di là dell’esecuzione, appare alquanto singolare, poiché in genere i Comuni non pensano di vendere farmacie, ma semmai di istituirne delle nuove per l’alto contenuto sociale. Ma a Sedriano sembra che ci si voglia regolare diversamente. Siccome i “gioielli di famiglia” si cedono quando si “alla canna del gas” vuol dunque dire che la situazione finanziaria dell’ente è tutt’altro che rassicurante? Ma se così fosse come sarebbe possibile se in quasi 5 anni gli amministratori pentastellati non si siano distinti né per quantità né per qualità di opere? La spiegazione ufficiale dell’eventuale inconsueta cessione sarebbe quella di ridurre gli esborsi dell’ente per pagare il mutuo. Una motivazione piuttosto debole da non ricercare in altro il vero motivo.
Infatti, a sentire Sinistra di Sedriano, sarebbe la sentenza d’appello sull’area festa, che si è rivelata un grave salasso, oltre 830.000 euro, per le casse comunali. “Il signor Cipriani -attacca SdS-, dopo aver speso un sacco di quattrini per lasciar traccia del suo farsesco e funesto passaggio sul suolo sedrianese, con opere del tutto inutili quali orti urbani (200 mila euro), recinzioni creative alla Picasso (70mila euro), nuova viabilità un tanto al chilo (270mila euro), vuole privarci anche dell’unico bene pubblico che funzionando bene può coniugare l’essere sociale con il portare guadagno alle casse comunali. Un autentico genio. La farmacia comunale non va dismessa ma utilizzata come presidio nel territorio, ovvero come elemento di prevenzione che, unita ai medici di base ed ai pronto soccorso, costituisce la migliore rete preventiva e il miglior sistema di sicurezza sanitario del nostro paese. Aggiungiamo la sciagurata decisione – presa a suo tempo – di, praticamente, annullare gli ambulatori comunali, anch’essi collegati alla farmacia. Il compito della farmacia comunale (se ben gestita) -continua SdS– è quello di svolgere servizi sociali mantenendo i bilanci in ordine ed investendo gli utili nei servizi stessi, accantonandone una parte per non pesare minimamente sul bilancio del Comune già provato dai tagli. Noi abbiamo in mente un ruolo sociale della farmacia comunale. Fornire aiuto agli anziani, ai disabili e ai pensionati offrendo particolari sconti sui prodotti in vendita. Consegnare a domicilio e fornire gratuitamente particolari servizi quali la misurazione della pressione arteriosa e del peso. Predisporre un collegamento con gli ospedali del territorio per la prenotazione di esami e visite specialistiche e la consegna dei referti direttamente in farmacia. Non meno importante, un ruolo di calmiere dei prezzi sia sugli esami ematici eseguiti nelle farmacie che sui prodotti in vendita, perché per non perdere clientela, i privati devono adeguarsi ai prezzi concorrenziali praticati. Questo è quello che dovrebbe essere una farmacia comunale. Se questa giunta ormai al termine -conclude SdS– non è in grado (non lo è mai stata) di gestire un bene pubblico come la farmacia comunale, si faccia da parte. Se non sono stati in grado in questi 5 anni di nominare un CdA adeguato e competente, il problema è solo loro. Non è accettabile far pagare ai cittadini la loro incapacità. Vergognatevi e poi dimettetevi”.