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L’avventura dell’amministrazione comunale è arrivata, com’era inevitabile, al capolinea. La prossima settimana (mercoledì o giovedì) il sindaco Stefano Zancanaro (pare anche gli assessori e i consiglieri) si dimetterà per chiudere la legislatura anzitempo ed evitare di essere sfiduciato in aula. Un’uscita di scena bruttissima, se si consideri che la maggioranza si è così assottigliata (ha perso per strada più della metà dei consiglieri, di cui 2 passati al campo avverso, e assessori ai lavori pubblici silurati a go go) da non avere più i numeri per andare avanti. Tuttavia se fosse stato per Zancanaro avrebbe sfidato le regole del gioco per farsi mettere all’angolo dall’opposizione. Ma i suoi compagni di partito (Lega) prima e il gruppo di maggioranza  dopo gli l’hanno convinto di gettare la spugna non esistendo alcuna possibilità di restare in sella. Ma Zancanaro avrebbe preferito la sfiducia dell’opposizione per avere l’alibi di ricandidarsi come vittima di una sorta di congiura di palazzo, forte anche, a suo dire, del sostegno dei cittadini che gli avrebbero manifestato apprezzamento per l’operato della sua amministrazione.
La doppia riunione non è stata indolore per il primo cittadino per via degli interrogativi che gli sono stati rivolti a cominciare dalla Rsa “Il Gelso” in cui v’è stata una strage di ospiti per l’azione letale del coronavirus. Il sindaco alla domanda come mai non avesse esercitato il controllo che gli spettava come autorità sanitaria locale e rappresentate legale della convenzione con la struttura avrebbe risposto, stando alle indiscrezioni circolate, che “non voleva certo restare contagiato”. Certo che se la risposta è stata questa ogni commento è superfluo. Il commissariamento del Comune è dunque dietro l’angolo. Le elezioni forse si terranno in autunno, visto che quelle primaverili sono state spostate a dopo l’estate.

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