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Stefano Zancanaro |
Quel che oramai resta della compagine Zancanaro non ha potuto che fare buon viso a cattivo gioco. Certo le dimissioni di Giancarlo Bernacchi non se l’è ritrovate come un fulmine a ciel sereno, ma sperava che potessero rientrare o essere rinviate a dopo all’approvazione del bilancio. Un’opzione quest’ultima che le avrebbe permesso di arrivare alla fine della legislatura ed evitare lo smacco della conclusione anticipata della legislatura. Invece Bernacchi ha voluto tagliare la testa al toro per non offrire alcun appoggio agli ormai ex compagni di maggioranza. Ma forse avrebbe fatto meglio se le avesse rassegnate in concomitanza con quelle del capogruppo Gianmarco Colombo. Intanto in municipio, nonostante che la maggioranza abbia perso per strada ben 6 consiglieri, hanno pensato alla contromossa per neutralizzare la falla aperta dalle dimissioni di Bernacchi. Infatti hanno convocato per lunedì 16, alle 10, in prima battuta il consiglio comunale e in seconda martedì 17, alle 21, per procedere con questo escamotage ad abbassare il quorum in modo da permettere l’ingresso di Natascia Portalupi in sostituzione di Colombo e pareggiare così i seggi: 6 della maggioranza contro 6 dell’opposizione.
“Con una situazione del momento così grave -afferma la consigliera Ivana Marcioni (ViviAmo Vittuone)- il nostro sindaco non trova di meglio che riunire il consiglio per un atto del tutto inutile e surreale. Una mancanza di consapevolezza terrificante. Il sindaco farebbe molto meglio a organizzare una rete di sostegno alle persone in difficoltà che dilettarsi in cose futili come la convocazione del civico consesso ad hoc quando l’adempimenti si sarebbe potuto assolvere in occasione della seduta per l’approvazione del bilancio. Anzi avrebbe avuto l’opportunità di prendere atto dello stato delle cose e dimettersi in diretta, e uscire di scena con decoro istituzionale”. Tuttavia l’uscita di scena di Zancanaro e compagni si allungherà al massimo di qualche settimana, a meno di inaspettati colpi di scena come il cambio di casacca di qualche consigliere della minoranza. Un’ipotesi, oggi, inverosimile. L’inesorabile momento del redde rationem arriverà con l’approvazione bilancio (senza l’ok è automatico il commissariamento del Comune) entro il 30 aprile, salvo proroghe per via del coronavirus. Ma si tratta solo di dilazionare l’agonia.