Il coronavirus è un altro modo per parlare all’inconscio collettivo e soprattutto per far leva sulla paura, che nell’azzerare ragionamenti, criteri e distinzioni in nome dell’insindacabile “giudizio della scienza” permette al Governo di assumere misure straordinarie senza battere ciglio? Certo che Sinistra di Sedriano non essendo convinta della stretta di queste ultime settimane prova a sollevare -dal suo punto di vista- legittimi interrogativi. “Le domande che sorgono sono alcune: è possibile che queste limitazioni siano applicate senza porsi dei dubbi? Senza che qualcuno avanzi richieste di garanzie? Almeno sui principi di libertà, autonomia, possibilità di associazione, movimento: magari derogabili in questa situazione, ma almeno confermate nella loro importanza? E’ accettabile che sia data per scontata l’introduzione di limitazioni senza rimarcarne il carattere autoritario, disciplinare e senza dare indicazioni per delimitarne la riproposizione nonché l’accettabilità in futuro?
Visto la situazione grave e drammatica da ‘giustificare’ interventi tanto limitanti ci sono altresì molte incoerenze e assenze comunicative di chiarezza e trasparenza! Colpisce l’assenza di attenzione verso le persone che lavorano, come se fossero invisibili, non importanti. Si prescrive di non frequentare luoghi affollati, di usare strumenti di protezione (guanti e mascherine monouso) e di mantenere distanze vitali, ma tutto ciò non vale per i luoghi di lavoro (soprattutto le fabbriche)? Ci si accorge delle difficoltà e dello stress dei dipendenti negli ospedali solo molto tempo dopo; si lusingano e ringraziano gli operatori sanitari, ma il tutto finisce solo nell’accelerare le sessioni d’esame ai laureandi in medicina o nel chiedere un favore ai pensionati (sic). Si chiudono tutte le scuole e solo molto tempo dopo ci si pone il problema, perché avanzato strumentalmente come questione politica, dei genitori che lavorano e di come aiutarli. Mentre, al contrario, fin da subito si è posta la dovuta attenzione di come rimborsare e sostenere i proprietari delle grandi aziende in difficoltà. Si vietano l’assemblee dei dipendenti nelle mense applicando il decreto del Governo sul divieto agli eventi affollati, ma nelle stesse mense i dipendenti si affollano per il pasto (sic). Le contraddizioni sono troppe e sinceramente qualcosa non va…”.