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CORNAREDO (18 settembre 2011) – Ma il progetto “Cornaredo sicura” ha preso veramente corpo? L’assessore Gabriele Montrasio (Lega nord) sul giornale comunale di luglio scorso comunicava urbi et orbi che a Cornaredo, grazie al ‘patto per la sicurezza del Magentino’,tutto è sotto controllo. 
E via il programma degli interventi: in settembre il “Drug test”; in ottobre controlli e ispezioni negli esercizi pubblici con l’ausilio del Nucleo antisofisticazione, dell’Arma dei Carabinieri e di personale dell’Asl; in novembre il servizio antiprostituzione e in dicembre quello antirapina. Un piano ambizioso, ma mancando di organicità restano forti perplessità sull’utilità ed efficacia. 
Ma, a parte i dubbi, che fine ha fatto il progetto per istituire il “vigile di quartiere”? Nessuno lo sa! Eppure in campagna elettorale era stato propagandato come la panacea dell’ordine pubblico. 
Sono trascorsi due anni e passa da quando si è insediata la nuova amministrazione, a guida leghista, ma del vigile di quartiere neppure l’ombra.
Il progetto sarebbe sicuramente molto più efficace e risponderebbe alle esigenze dei cittadini, che, oggi, si lamentano di non vedere quasi mai agenti appiedati in giro per il territorio, se non brevemente al mattino. 
Si vedono invece girare in macchina e non potrebbe essere diversamente, visto che il parco auto è stato rinnovato completamente. 
Un’operazione che è costata all’erario pubblico all’incirca 100.000 euro. 
Certo che non girare a piedi non ci si accorge per esempio di autovetture posteggiate da mesi e anni nello stesso posto-macchina (parcheggi di via Manzoni e al Borgo) con l’impossibilità dei residenti di parcheggiare o di siringhe abbandonate a rischio di essere punti. 
Per contro si multano le mamme che al mattino portano i figli a scuola in macchina e parcheggiano (in via Volta) alla bell’e meglio in attesa che suoni la campanella. 
Il vigile di quartiere, stazionando stabilmente nella zona assegnata, non solo diventerebbe il sicuro punto di riferimento dei cittadini a cui rivolgersi per segnalare problemi, situazioni anomale e così via, ma imparando a conoscere i residenti si renderebbe conto da solo di eventuali stranezze e sarebbe in grado di intervenire prontamente. 
Invece all’assessorato alla sicurezza è parso più proficuo sbandierare programmi a incidenza limitata che adoperarsi per istituire il servizio, che avrebbe una notevole ricaduta sulla sicurezza pubblica e sarebbe molto apprezzato dalla comunità. L’accusa che gli viene rivolta è che manchi di un’idea adeguata di sicurezza e di programmazione per gestire la delicata materia. 
Insomma che non si può governare la sicurezza con le battute.
Forse non a caso, sin dall’insediamento della legislatura, il Partito democratico ha obiettato di “non credere che l’attuale assessore sia all’altezza di un così delicato compito che richiede discrezione e capacità attuativa e non proclami, peraltro senza fondamento, sui giornali. Per il bene dei cornaredesi il sindaco farebbe cosa utile a ritirargli la delega”.

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